Quando Vogue decide di pubblicare una fotografia, non sta solo scegliendo un’immagine: sta consacrando un’intenzione.
Il gesto, apparentemente editoriale, ha il peso simbolico di una medaglia invisibile.
Vogue non si commuove. Vogue riconosce. ( in apertura Attraverso, pubblicata da Vogue )
E con la pubblicazione di Attraverso, scatto firmato da Maria Corrada Verardi, compie un atto di legittimazione estetica e politica.
Maria Corrada Verardi
Non è un caso. Non è mai un caso. Perché Maria Corrada, cosentina di nascita e romana per pochi anni, è una di quelle figure che si muovono ai margini dell’ovvio.
Fotografa che rifugge la posa e preferisce il margine, ha fatto della sua arte una forma di osservazione radicale.
Nulla a che vedere con la retorica dell’occhio sensibile: qui c’è struttura, urgenza, direzione.
Minuta, con un portamento da schermitrice silenziosa, ha occhi larghi e mobili, che assorbono più che guardare.
Il sorriso – aperto, inaspettato, leggermente disallineato – le attraversa il volto come una crepa luminosa.
Foto dal suo profilo
Capelli nerissimi e quell’aria malinconica che non è difetto, ma postura.
Una malinconia che indossa con orgoglio, come certi intellettuali portano il tabarro anche d’estate.
Nata in una famiglia in cui la cultura non era vezzo ma pratica quotidiana, Maria Corrada ha potuto contare su una forma di sostegno rara e silenziosa: quella dei genitori.
Né retorici né timorosi, hanno avuto il coraggio non solo di non ostacolarla, ma di accompagnarne la scelta con una sobrietà che sfiora la grandezza.
Hanno riconosciuto il suo slancio verso la fotografia non come una ribellione, ma come una vocazione: e lo hanno rispettato, come si rispettano le rotte degli uccelli migratori.
Dalla sua Cosenza – città colta e laterale, dove i pensieri hanno più spazio che altrove – ha portato con sé un senso del tempo che non si lascia travolgere.
Foto dal suo profilo
A Roma ha capito che la fotografia, per lei, è solo l’inizio.
Perché dietro l’immagine c’è già il sogno del cinema.
Non il cinema glamour, ma quello impegnato, d’autore, di sguardo e denuncia.
Un cinema che racconta ciò che le fotografie non possono proseguire: le diseguaglianze, le ferite sociali, le biografie invisibili.
E che, come i suoi scatti, non si limita a mostrare: interroga, accusa, ascolta.
Foto dal suo profilo
Il titolo dello scatto celebrato da Vogue – Attraverso – è già una poetica.
Parola-movimento, parola-pelle. Non è un luogo, ma un passaggio. Un verbo che si fa immagine.
Si attraversano muri, città, storie, corpi.
Ma soprattutto, si attraversano i limiti dell’immagine stessa, quando questa riesce a contenere ciò che normalmente sfugge: l’intimità, l’urgenza, il silenzio.
La pubblicazione di Attraverso è motivo di orgoglio per ciò che rappresenta: una giovane donna del Sud che non ha aspettato approvazioni, che ha costruito il proprio lessico visivo con testardaggine gentile, e che oggi viene riconosciuta non per ciò che mostra, ma per come lo racconta, nonostante lei stessa -con profonda umiltà- ne parli semplicemente come “un piccolo traguardo”.
Foto dal suo profilo
Maria Corrada Verardi non è al centro della scena, ma al centro dello sguardo.
E in un mondo dove tutti cercano attenzione, lei continua ad attraversare.
Senza clamore. Ma con direzione.
Gennaro Maria Genovese