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Che lo Spirito Santo scelga in Conclave, è cosa buona e giusta. Che parli con accento americano però è la novità del secolo. 


Robert Francis Prevost non era tra i più gettonati, addirittura sembrava non avere neanche i numeri. 

Eppure eccolo lì, affacciarsi dalla loggia, con mozzetta rossa e stola dorata.

In molti hanno pensato : È un colpo di Donald Trump

Invece no, la sua è semplicemente l’elezione di un uomo che ha convinto i cardinali americani (e non solo).

Non è un Papa anti-Bergoglio, che sia chiaro, ma sicuramente post-Bergoglio. 

Uno che non butterà tutto alle ortiche, ma che nemmeno andrà a raccoglierle.

Le correnti statunitensi, molto forti in conclave, sembrano aver giocato le loro carte con una strategia chirurgica.

Mettere lì uno che non fosse il volto duro e conservatore, ma neppure il prosecutore del papato della misericordia.

Robert Francis Prevost, americano ma con lunga esperienza in Perù, è la sintesi perfetta no ?

Basilica di San Pietro in Vaticano

Tradizionale forse ? Al punto giusto.

E con la mozzetta rossa, ha voluto dire chiaro: che il Papa veste da Papa, non da parroco di periferia.

Nessuna improvvisazione, insomma, tutto ben calcolato, ma sfuggito agli occhi di tutti.

Questa elezione ha l’impronta strategica delle correnti più organizzate: silenziose, plurilaterali, ma potentissime. 

Quelle che hanno portato in alto un nome defilato, per evitare lo scontro diretto tra le due anime del collegio cardinalizio. 

Un compromesso? Forse. O forse, la mossa più audace degli ultimi trent’anni, chi lo sa.

Chi sperava in un clone di Bergoglio, resterà deluso, questo è poco ma sicuro.

Papa Leone XIV, sembra essere è nato per cambiare tutto, partendo proprio da ciò che sembrava dimenticata, ovvero la tradizione.

Staremo a vedere, come si dice ? Dio vede e provvede.


Carlo Maria Mazzei

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