Nel nome di Pier Paolo Pasolini nasce un premio per la verità. A Venafro ( Isernia ) la prima edizione del concorso nazionale dedicato al pensiero critico.
Un riconoscimento letterario e giornalistico che diventa atto civile. Il Premio Pier Paolo Pasolini prende vita per difendere la parola libera, quella che ancora oggi fa paura.
In un Paese dove le voci scomode spesso vengono marginalizzate, archiviate o silenziate, nasce un’iniziativa che va in controtendenza.
Un riconoscimento letterario e giornalistico che diventa atto civile. Il Premio Pier Paolo Pasolini prende vita per difendere la parola libera, quella che ancora oggi fa paura.
In un Paese dove le voci scomode spesso vengono marginalizzate, archiviate o silenziate, nasce un’iniziativa che va in controtendenza.
A ricordarci che la parola, se usata con coscienza e coraggio, può ancora essere una forma di resistenza.
È questo lo spirito che anima la prima edizione del Premio Nazionale Letterario Giornalistico “Pier Paolo Pasolini”, promosso dall’associazione Dioghenes APS – Antimafie e Antiusura.
Non un semplice concorso, ma un gesto politico e culturale
Non si tratta di un premio come tanti. Non c’è retorica, ma una precisa volontà: onorare la memoria di Pasolini, e soprattutto il suo sguardo lucido e spietato sul potere, sull’omologazione culturale, sull’ipocrisia borghese.
È questo lo spirito che anima la prima edizione del Premio Nazionale Letterario Giornalistico “Pier Paolo Pasolini”, promosso dall’associazione Dioghenes APS – Antimafie e Antiusura.
Non un semplice concorso, ma un gesto politico e culturale
Non si tratta di un premio come tanti. Non c’è retorica, ma una precisa volontà: onorare la memoria di Pasolini, e soprattutto il suo sguardo lucido e spietato sul potere, sull’omologazione culturale, sull’ipocrisia borghese.
Un premio che chiama a raccolta scrittori e giornalisti che non abbiano paura di sporcarsi le mani e dire l’indicibile.
Come faceva lui, che non chiedeva permesso per scrivere.
Due le sezioni in concorso:
Letteraria: aperta a opere di narrativa o saggistica pubblicate nel 2024, che affrontino temi sociali, politici o culturali con approccio originale e critico.
Giornalistica: riservata a inchieste pubblicate tra il 1° gennaio 2024 e il 31 marzo 2025 su testate giornalistiche regolarmente registrate, cartacee o online.
Scadenza per la presentazione delle opere: 18 luglio 2025. Le candidature vanno inviate via email a:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
È prevista una quota di partecipazione simbolica di 20,00 euro.
Premi e menzioni speciali: quando la cultura incontra l’impegno civile
I vincitori riceveranno 150 euro e una targa commemorativa.
Come faceva lui, che non chiedeva permesso per scrivere.
Due le sezioni in concorso:
Letteraria: aperta a opere di narrativa o saggistica pubblicate nel 2024, che affrontino temi sociali, politici o culturali con approccio originale e critico.
Giornalistica: riservata a inchieste pubblicate tra il 1° gennaio 2024 e il 31 marzo 2025 su testate giornalistiche regolarmente registrate, cartacee o online.
Scadenza per la presentazione delle opere: 18 luglio 2025. Le candidature vanno inviate via email a:
È prevista una quota di partecipazione simbolica di 20,00 euro.
Premi e menzioni speciali: quando la cultura incontra l’impegno civile
I vincitori riceveranno 150 euro e una targa commemorativa.
Ma ciò che conta è il riconoscimento pubblico di un impegno, di una postura etica.
In più, verranno assegnate due menzioni speciali cariche di significato:
“Salvador Allende”, per le opere che si confrontano con i temi della giustizia sociale, dei diritti umani e della resistenza politica.
“Joe Marrazzo”, destinata alle inchieste che documentano la presenza mafiosa e difendono il diritto all’informazione libera.
Una giuria di alto profilo – composta da esperti di giornalismo, letteratura e critica culturale – valuterà i lavori.
In più, verranno assegnate due menzioni speciali cariche di significato:
“Salvador Allende”, per le opere che si confrontano con i temi della giustizia sociale, dei diritti umani e della resistenza politica.
“Joe Marrazzo”, destinata alle inchieste che documentano la presenza mafiosa e difendono il diritto all’informazione libera.
Una giuria di alto profilo – composta da esperti di giornalismo, letteratura e critica culturale – valuterà i lavori.
I nomi dei giurati verranno comunicati nei prossimi mesi.
La cerimonia di premiazione si terrà l’11 settembre 2025 a Venafro (IS), presso la Palazzina Liberty, luogo evocativo di storia, cultura e memoria.
Un luogo simbolico per accogliere un evento che vuole essere molto più di una premiazione: un momento di riflessione collettiva, un tributo alla libertà di pensiero e al valore della parola.
Il poeta è ancora tra noi
Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Idroscalo di Ostia, 2 novembre 1975) è stato uno dei più grandi intellettuali italiani del Novecento.
Poeta, romanziere, regista, sceneggiatore, drammaturgo, pittore e giornalista, ha attraversato ogni forma di espressione con una voce unica, radicale e profondamente critica nei confronti della società del suo tempo.
Pasolini ha saputo raccontare l’Italia del dopoguerra come pochi, con uno sguardo lirico e spietato. Dalle borgate romane ai paesaggi della provincia italiana, la sua opera ha dato voce agli emarginati, ai “ragazzi di vita”, ai dimenticati, sfidando ipocrisie, dogmi e conformismi culturali.
Il suo pensiero, spesso controcorrente, lo rese figura scomoda e perseguitata. Polemico nei confronti del potere, delle istituzioni, della borghesia, ma anche della sinistra ufficiale, Pasolini denunciò con coraggio la mutazione antropologica in atto nell’Italia del boom economico, parlando per primo di omologazione culturale, mercificazione dell’individuo e perdita dell’identità popolare.
Sul piano cinematografico, fu autore di film che hanno segnato la storia del cinema mondiale: Accattone, Mamma Roma, Il Vangelo secondo Matteo, Teorema, Salò o le 120 giornate di Sodoma.
La cerimonia di premiazione si terrà l’11 settembre 2025 a Venafro (IS), presso la Palazzina Liberty, luogo evocativo di storia, cultura e memoria.
Un luogo simbolico per accogliere un evento che vuole essere molto più di una premiazione: un momento di riflessione collettiva, un tributo alla libertà di pensiero e al valore della parola.
Il poeta è ancora tra noi
Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Idroscalo di Ostia, 2 novembre 1975) è stato uno dei più grandi intellettuali italiani del Novecento.
Poeta, romanziere, regista, sceneggiatore, drammaturgo, pittore e giornalista, ha attraversato ogni forma di espressione con una voce unica, radicale e profondamente critica nei confronti della società del suo tempo.
Pasolini ha saputo raccontare l’Italia del dopoguerra come pochi, con uno sguardo lirico e spietato. Dalle borgate romane ai paesaggi della provincia italiana, la sua opera ha dato voce agli emarginati, ai “ragazzi di vita”, ai dimenticati, sfidando ipocrisie, dogmi e conformismi culturali.
Il suo pensiero, spesso controcorrente, lo rese figura scomoda e perseguitata. Polemico nei confronti del potere, delle istituzioni, della borghesia, ma anche della sinistra ufficiale, Pasolini denunciò con coraggio la mutazione antropologica in atto nell’Italia del boom economico, parlando per primo di omologazione culturale, mercificazione dell’individuo e perdita dell’identità popolare.
Sul piano cinematografico, fu autore di film che hanno segnato la storia del cinema mondiale: Accattone, Mamma Roma, Il Vangelo secondo Matteo, Teorema, Salò o le 120 giornate di Sodoma.
Le sue opere sono state spesso censurate, discusse, idolatrate, ferocemente attaccate.
Oltre alla letteratura e al cinema, fu un giornalista e polemista formidabile, autore di articoli che ancora oggi colpiscono per lucidità e attualità.
Oltre alla letteratura e al cinema, fu un giornalista e polemista formidabile, autore di articoli che ancora oggi colpiscono per lucidità e attualità.
Le sue “Lettere luterane” e gli interventi sul Corriere della Sera restano esempio di un giornalismo pensante, civile, che non teme il dissenso.
Fu massacrato assassinato in circostanze mai chiarite nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia.
Fu massacrato assassinato in circostanze mai chiarite nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia.
La sua morte, come la sua vita, continua a interrogare. Ma una cosa è certa: Pasolini non è mai stato messo a tacere.
Pasolini è oggi un punto di riferimento per chi cerca, nella scrittura e nel pensiero, un atto di libertà.
Pasolini è oggi un punto di riferimento per chi cerca, nella scrittura e nel pensiero, un atto di libertà.
Nel suo nome, questo Premio vuole premiare chi ha il coraggio di non conformarsi.
Oggi, più che mai, la cultura non può essere neutrale. E chi scrive ha un compito: dire quello che non si vuol far sapere.
Redazione
Oggi, più che mai, la cultura non può essere neutrale. E chi scrive ha un compito: dire quello che non si vuol far sapere.
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