Per raccontare di un incontro storicamente molto interessante è necessario anteporre la giusta attenzione sulla fonte che riporta nel dettaglio l'incontro avvenuto nell'estate del 1927 fra Frank Costello che allora aveva 36 anni e che diverrà in seguito il potentissimo "Ministro della Malavita" italoamericana che tanto peso ebbe in quel periodo storico negli USA e Benito Mussolini, il Duce, salito al potere in Italia il 31 ottobre 1922 e che nel 1927 aveva 44 anni.
Frank Costello, il cui vero nome era Francesco Castiglia, nacque il 26 gennaio 1891 nella frazione di Lauropoli del Comune di Cassano Allo Ionio in provincia di Cosenza, e alla tenera età di soli 6 anni al seguito della madre, Maria Saveria Aloise, raggiunse, partendo dal porto di Napoli, il padre, Luigi Castiglia, che da qualche anno era già in America.
Frank Costello, con il padre e la madre in America
Giovanissimo intraprese la strada della criminalità e nel 1920 aveva già raggiunto livelli di comando al pari di Lucky Luciano, Al Capone, Meyer Lansky, Bugsy Siegel.
Negli anni successivi, Frank Costello, divenne noto come «primo ministro della malavita» per via dei suoi legami politici con la Tammany Hall, l'organizzazione del partito democratico a New York, con cui assicurava protezione politica alle sue attività illecite e a quelle dei suoi soci.
Nel 1927 Frank Costello programmò un suo viaggio in Calabria, la sua terra natia, viaggio del quale rimane solo una fotografia scattata sulla spiaggia a Trebisacce.
E sulla presenza di Frank Costello nel 1927 in Calabria riportiamo integralmente quanto scritto nel IX capitolo del libro "Nella Giungla di New York", opera letteraria del giornalista parlamentare, scrittore e poeta, Giuseppe Selvaggi per Edizione Vetta - Collana "Storie di Gangsters" e pubblicato nel settembre 1957.
Il libro di Giuseppe Selvaggi "Nella Giungla di Brooklin" edito da Vetta Edizioni nel settembre 1957
Una preziosissima testimonianza di un libro oramai introvabile pubblicato quasi 70 anni fa e pubblicato l'anno in cui Frank Costello subì un agguato da parte di Vincent Gigante, killer al soldo del boss Vito Genovese, che gli sparò alla testa mentre camminava verso l'ascensore nell'atrio del suo appartamento di Manhattan.
Miracolosamente Frank Costello si salvò, e comprendendo che il suo tempo era finito, decise di ritirarsi a vita privata cedendo il comando a Vito Genovese.
Frank Costello morì il 18 febbraio 1973 per un attacco cardiaco all'età di 82 anni.
Cappella nella quale riposa la salma di Frank Costello, East Elmhust, New York
E l'essere riuscito a morire nel proprio letto è la chiara dimostrazione della fortuna e anche della grande scaltrezza e capacità di intessere relazioni che caratterizzò la sua vita.
Il libro del giornalista Giuseppe Selvaggi ( Cassano Allo Ionio,( CS) - 29 agosto 1923 - Roma, 26 febbraio 2004 ) è una preziosissima testimonianza anche perché dipinge in modo magistrale quello che rappresentò l'emigrazione dei primi del '900 verso le Americhe.
L'emigrazione di migliaia e migliaia di calabresi martoriati da una povertà assoluta che sognavano l'America quale terra di riscatto sociale e di fortuna.
Alcune stime quantificano nell'emigrazione di massa verso l'Argentina e poi verso gli Stati Uniti d'America in almeno 500.000 i calabresi che affrontarono il lungo e dolorosissimo viaggio nelle stive delle navi che solcavano l'Oceano partendo da Napoli.
Ma è anche un formidabile affresco di quel fenomeno che fu la malavita italoamericana che seppe giungere al potere e alla ricchezza imbastendo rapporti molto stretti con la elitè politica, anticipando, come sempre, quello che accadde in periodi successivi in altri Paesi industrializzati e basati su un sistema capitalistico.
Nel libro , magistralmente e con la grande abilità di scrittura che tutti gli hanno sempre riconosciuto, il giornalista e scrittore, Giuseppe Selvaggi, racconta la storia del "Primo Ministro della Malavita" che gli viene illustrata da un grande amico personale di Frank Costello, che nel libro viene indicato come lo "Zio Trestelle".
Ed è ovvio intuire che nel 1957 l'uso di un pseudonimo nel libro e non del vero nome è anche e soprattutto a tutela del personaggio che racconta la storia.
In realtà si tratta di Frank Rizzo, anch'esso nativo del comune di Cassano Allo Ionio in provincia di Cosenza, che giunge in America e diviene stretto collaboratore di Frank Costello e che, dopo essere stato espatriato dagli USA quale "elemento indesiderato" e quindi costretto ad un rimpatrio forzato, ha vissuto gli ultimi anni della sua vita in Calabria, nella sua amata terra natia.
Il libro snocciola, nei 13 capitoli in cui è suddiviso, la storia di Frank Costello e dell'America di quegli anni tramite il racconto di chi ha vissuto personalmente le vicende più importanti e significative.
Ovviamente sino al 1957.
E fra i 13 capitoli del libro, tutti interessanti, ve ne sono due in particolare degni di nota.
Il già citato capitolo IX sull'incontro fra Frank Costello e Benito Mussolini e l'ultimo capitolo, il XIII°, dal titolo "La malavita al servizio della Patria in guerra" che racconta di come la mafia italoamericana ebbe un ruolo importante nello sbarco in Sicilia degli alleati il 10 luglio 1943 con l'Operazione Husky alla quale presero parte la 7° armata statunitense del generale George Smith Patton e l'8° armata inglese del generale Bernard Law Montgomery e che segnò l'inizio della liberazione dell'Italia dal regime mussoliniano a dall'occupazione nazista.
Ma ritornando all'incontro fra Benito Mussolini e Frank Costello riportiamo quanto scritto nel libro all'inizio del capitolo IX, pag. 105, dedicato all'incontro stesso.
"Nell'estate del 1927 sull'agenda di Benito Mussolini sarà stata registrata, forse, una delle udienze riservate con la sola sigla del visitatore: F. C., è la prima volta che si dà notizia dopo 30 anni ( il libro è del 1957 ), di questo incontro Costello - Mussolini".
"Frank aveva 36 anni ( racconta Zio Trestelle alias Frank Rizzo ) . Era già il proprietario della catena più vasta del contrabbando di alcool che funzionasse in America."
" Nel suo paesino natale in Calabria si fermò quindici giorni. E' ancora vivo in molti dei compaesani di Costello il ricordo di quelle giornate" .
"Poi lasciò amici e parenti e venne a Roma per qualche giorno. Doveva recarsi da Benito Mussolini". "L'udienza fu abbastanza lunga".
Benito Mussolini, il Duce, dal balcone di Palazzo Venezia in Roma
" Parlammo per un'oretta. - racconta Frank Costello al suo amico Frank Rizzo - . Mi accorsi che amava l'Italia più di me, più degli altri. Questo mi commosse.
Si discusse di italiani all'estero e sulle possibilità che esistevano di mantenerli legati alla madre patria. Non aveva esperienza di lunghe emigrazioni".
Inoltre Frank Costello, in diverse occasioni, raccontò a zio Trestelle ( Frank Rizzo ) : "Quando lo conobbi, il Duce era davvero un super uomo.
Ma un superuomo ingenuo, idealista, non so se queste cose possono conciliarsi in politica. Qui in America certamente no.
Io gli augurai di portare l'Italia all'espansione che egli sognava. L'Africa per me era solo una nozione geografica.
Una sua frase mi è rimasta impressa e un giorno la feci sapere a Roosevelt ( Franklin Delano Roosvelt, Presidente degli USA dal 1933 al 1945) :
Ma ci saranno ancora nel mondo - mi disse Mussolini, come parlando a se stesso - altre terre dove agli italiani sarà possibile fare quello che gli Inglesi hanno creato in America!".
"Quando scoppiò la guerra con l'America - ricorda Trestelle - " Frank divenne di una tristezza insopportabile. E, come me, anche lui ha fatto il suo dovere di buon americano".
Queste le poche notizie che si hanno su quell'incontro a Palazzo Venezia.
Un vero e proprio motivo della lunga udienza ci sarà stato, ma chi dei due è ancora vivo si rifiuta di parlarne ( nel 1957 l'unico ad essere ancora vivo era Frank Costello, oramai fuori dal potere, che sull'incontro ufficialmente non disse mai nulla ).
E' certo che Costello non ebbe in seguito contatti vistosi con le nostre autorità diplomatiche in America.
Si sa che conobbe bene Dino Grandi - incaricato da Mussolini di consegnare una onorificenza all'italo-americano - e che quando New York preparò le accoglienze trionfali ai trasvolatori di Italo Balbo, Frank mobilitò tutti i suoi amici politici, che erano i maggiori dirigenti del Partito Democratico, e dette un alto contributo finanziario ai festeggiamenti".
Questo quanto pubblicato nelle prime pagine del capitolo IX del libro " Nella Giungla di Brooklyn" di Giuseppe Selvaggi che, per come si usava allora, nella quarta pagina riportava un ulteriore titolo "La mia tomba è New York - Storie di Gangsters", mentre nella terza pagina vi è la foto di Frank Costello a soli 19 anni ( foto risalente al 1910 ), quando ancora si chiamava Francesco Castiglia e non era il "Primo Ministro" della malavita americana.
Foto di Frank Costello tratta dalla pag. 3 del libro di Giuseppe Selvaggi "Nella Giungla di Brooklin" edito nel 1957 dalla casa editrice romana "Edizioni Vetta"
Nessuno mai saprà il vero contenuto dell'incontro fra Benito Mussolini e Frank Costello ma la storia insegna che i poteri politici e i poteri oscuri nelle cosiddette Democrazie capitalistiche sono sempre alla ricerca di un certo equilibrio per potersi tutelare in modo reciproco.
La storia di Frank Costello, il più influente boss italoamericano detto il "Primo Ministro" per la sua capacità di rapporti con il potere politico, è una fotografia di quel periodo storico caratterizzato soprattutto dall'epoca del "Proibizionismo" ( dal 1920 al 1933) nel quale il controllo del consumo dell'alcool consentì alla criminalità USA enormi introiti finanziari.
Non per nulla la figura di Frank Costello fu quella che più ispirò lo scrittore italoamericano, Mario Puzo, per il suo romanzo "Il Padrino" edito nel 1969 che fu un grandissimo successo editoriale e dal quale il regista Francis Ford Coppola, anch'esso italoamericano trasse la sceneggiatura per il film "Il Padrino" del 1972.
Al quale seguì "Il Padrino - Parte II" e "Il Padrino - parte III".
Il libro di Mario Puzo, Il Padrino" edito in Italia dalla "dall'Oglio Editore" nel 1969
Produzione che fu uno dei più grandi successi della storia della cinematografia mondiale con Marlon Brando chiamato ad interpretare Vito Corleone, figura romanzata ma con spunti reali presi dalla vita di Frank Costello.
Un libro quello di Giuseppe Selvaggi, "Nella giungla di Brooklin" che rappresenta una testimonianza diretta di quel fenomeno della grande migrazione del fine '800 e inizi del '900 che oggi rischia di essere dimenticato e che ha caratterizzato sia la storia soprattutto delle regioni del Meridione d'Italia e sia la storia delle grandi metropoli del nuovo mondo, dell'agognata e sognata America.
Redazione