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Succede a Caselle Torinese, ridente località alle porte della civilissima Torino in quella parte del paese che ancora qualche illuso ritiene essere zona immune dalla presenza di infiltrazioni mafiose.

( nella foto in apertura l'Ing. Mauro Esposito, testimone di giustizia )

In quella che fu la terra che il 26 giugno 1983 vide la barbara uccisione dell'allora Procuratore capo della Procura della Repubblica di Torino, dott. Bruno Caccia,  qualcuno ancora ignora il coraggio di un uomo perbene colpevole di aver detto no. 

Quell’uomo che risponde al nome di Mauro Esposito, capacissimo ed affermato ingegnere ed imprenditore, qualche anno fa si ritrova suo malgrado a far conoscenza con un fenomeno del quale aveva solo sentito parlare. 

Guardando la ‘ndrangheta negli occhi dice no, denuncia ed affronta un lungo calvario che lo porta a combattere un sistema criminale e sedicenti burocrati di stato che con continue vessazioni quotidiane ignorano il suo riconosciuto status di testimone di giustizia e le sentenze passate in giudicato. 

E’ da tempo vittima riconosciuta alla quale dobbiamo tutti riconoscenza ed i risarcimenti previsti da annose leggi ordinarie che tardano ad essere applicate e mettono in ginocchio coloro che si affidano ad un sistema giudiziario lento, cieco e sordo. 

Succede ancora nel 2025 che  la maggioranza di un intero consiglio comunale diserti volutamente una cerimonia nella quale un illustre e coraggioso concittadino riceve una targa che pure veniva erroneamente consegnata a nome di chi avrebbe dovuto rappresentare l’intera amministrazione comunale. 

In un Paese nel quale tutti fanno a gara nel dichiararsi antimafiosi preoccupandosi di avere ruoli di primo piano in sterili ed inopportune passerelle istituzionali una maggioranza non accoglie Salvatore Borsellino, Piera Aiello ed i tanti amici che hanno testimoniato amicizia e vicinanza a Mauro Esposito provenienti da tutta Italia. 

Foto di gruppo della premiazione del Testimone di Giustizia, Mauro Esposito. Si riconoscono, fra gli altri, Salvatore Borsellino e Piera Aiello

Mentre la sala gremitissima di concittadini gridava allo sdegno per le clamorose ed immotivate assenze qualcuno è ancora lì a chiedersi del perché la camaleontica amministrazione prima decide di dare un riconoscimento e poi diserta una cerimonia che i pregevoli amici di Mauro Esposito hanno reso indimenticabile con sentite e davvero emozionanti testimonianze. 

Resta l’amarezza di non aver riconosciuto ad una persona  perbene il coraggio delle proprie azioni, riconoscimenti che da tutta Italia Mauro Esposito riceve con regolare frequenza . 

Una bella occasione persa che lascia ombre difficili da dipanare e nella quale una meritata celebrazione diventa una bega paesana.

Motivi risibili e forse le invidie di qualche mediocre offendono la parte sana della cittadina di Caselle Torinese schieratasi con il coraggioso ed impavido Ingegnere.

Mario Bruno Belsito

 

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