Il 3 maggio è la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa. Giornata proclamata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ( ONU ). Ma mai come oggi tale fondamentale libertà è in crisi, è a rischio.
La forte crisi del modello democratico è oramai evidente per tutti. In tale situazione le libertà individuali soccombono e avanzano, inesorabili, autarchie e nuove forme di potere con masse di poveri senza voce, senza tutela e senza diritti e pochi ricchi sempre più ricchi.
In tale situazione generale anche la libertà di stampa è in forte discesa.
Del resto un grande Maestro del giornalismo come Indro Montanelli soleva ripetere che la funzione del giornalismo è quella di "cane da guardia della democrazia".
Tale funzione presuppone un giornalismo libero e non gravato dai voleri della categoria degli editori. Praticamente un giornalismo che nei fatti non esiste più.
Ma in merito alla forte crisi della libertà di stampa nel mondo e anche in Italia pubblichiamo un interessante articolo a firma di Daniela Colombo pubblicato su "Prima Comunicazione", autorevole rivista mensile sul mondo dell'informazione e del giornalismo.
di Daniela Colombo
"Il report annuale della Ong – guidato ancora una volta dalla Norvegia – racconta un quadro terribile per i media nel mondo.
di Daniela Colombo
"Il report annuale della Ong – guidato ancora una volta dalla Norvegia – racconta un quadro terribile per i media nel mondo.
Arretra la Germania, arretrano gli Usa e il nostro Paese perde tre posizioni, record negativo per un paese dell’Europa occidentale.
A pesare le minacce fisiche e giudiziarie, le ingerenze politiche ma anche la concentrazione delle proprietà e soprattutto le condizioni economiche precarie
“La situazione della libertà di stampa globale è ai minimi storici”. Basta questa frase per fare una sintesi dello studio che Reporters Sans Frontieres pubblica ogni anno valutando la situazione dei media nel mondo.
“La situazione della libertà di stampa globale è ai minimi storici”. Basta questa frase per fare una sintesi dello studio che Reporters Sans Frontieres pubblica ogni anno valutando la situazione dei media nel mondo.
Il 2025 sta facendo registrare un crescendo di situazioni di minaccia, con oltre la metà della popolazione mondiale che – si legge nel report – “vive in paesi con una situazione ‘molto grave'”.
Accanto agli attacchi fisici contro i giornalisti che sono le violazioni più visibili alla libertà di stampa, la pressione economica rappresenta un problema grave e più insidioso.
La classifica
La classifica di RSF – pubblicata in vista della Giornata internazionale della libertà di stampa che viene celebrata il 3 maggio – valuta la situazione di un paese o territorio in cinque categorie: politica, diritti, economia, socio-cultura e sicurezza.
La Norvegia rimane leader e modello nella classifica globale, seguita da Estonia e Paesi Bassi. In fondo alla classifica ci sono Cina, Corea del Nord ed Eritrea, che si collocano rispettivamente alla 178ma, 179ma e 180ma posizione.
Accanto a soprepre come Trinidad e Tobago, 19ma davanti al Regno Unito, e Taiwan 24ma davanti alla Francia, gli Stati Uniti registrano un nuovo passo indietro dal 55mo al 57mo posto con “il primo significativo e prolungato declino della libertà di stampa nella storia moderna, mentre il ritorno di Donald Trump alla presidenza sta aggravando notevolmente la situazione”.
Il quadro Europeo
L’Europa continua a essere la regione del mondo in cui i giornalisti possono fare informazione con maggiore libertà, spiega l’organizzazione che valuta la situazione “buona” solo in sette paesi, tutti europei.
La classifica
La classifica di RSF – pubblicata in vista della Giornata internazionale della libertà di stampa che viene celebrata il 3 maggio – valuta la situazione di un paese o territorio in cinque categorie: politica, diritti, economia, socio-cultura e sicurezza.
La Norvegia rimane leader e modello nella classifica globale, seguita da Estonia e Paesi Bassi. In fondo alla classifica ci sono Cina, Corea del Nord ed Eritrea, che si collocano rispettivamente alla 178ma, 179ma e 180ma posizione.
Accanto a soprepre come Trinidad e Tobago, 19ma davanti al Regno Unito, e Taiwan 24ma davanti alla Francia, gli Stati Uniti registrano un nuovo passo indietro dal 55mo al 57mo posto con “il primo significativo e prolungato declino della libertà di stampa nella storia moderna, mentre il ritorno di Donald Trump alla presidenza sta aggravando notevolmente la situazione”.
Il quadro Europeo
L’Europa continua a essere la regione del mondo in cui i giornalisti possono fare informazione con maggiore libertà, spiega l’organizzazione che valuta la situazione “buona” solo in sette paesi, tutti europei.
“Oltre a una situazione di sicurezza fragile e al crescente autoritarismo, la pressione economica in particolare sta causando problemi ai media di tutto il mondo”, ha affermato Reporters Sans Frontieres.
La Germania, lo scorso anno al decimo posto, non è più tra nella top ten a causa del “clima di lavoro sempre più ostile per i professionisti dei media in Germania, in particolare a causa degli attacchi dell’estrema destra”.
La Germania, lo scorso anno al decimo posto, non è più tra nella top ten a causa del “clima di lavoro sempre più ostile per i professionisti dei media in Germania, in particolare a causa degli attacchi dell’estrema destra”.
Anche in termini editoriali, la Germania – ora 11ma – è stata criticata, con il rapporto che indica “numerosi casi documentati in cui i professionisti dei media hanno segnalato ostacoli sproporzionatamente elevati nel riportare informazioni sul conflitto in Medio Oriente”.
Focus sull’Italia
In questo contesto di deterioramento, anche l’Italia fa la sua parte, perdendo 3 posizioni sul 2024, e scendendo al 49mo posto, il risultato peggiore in Europa Occidentale.
Nella scheda sul nostro Paese, Rsf ha messo in luce diversi temi che rendono preoccupante la situazione per i giornalisti e i media italiani.
Focus sull’Italia
In questo contesto di deterioramento, anche l’Italia fa la sua parte, perdendo 3 posizioni sul 2024, e scendendo al 49mo posto, il risultato peggiore in Europa Occidentale.
Nella scheda sul nostro Paese, Rsf ha messo in luce diversi temi che rendono preoccupante la situazione per i giornalisti e i media italiani.
A ostacolare il lavoro le minacce fisiche e le intimidazioni anche giudiziarie, senza dimenticare le pressioni politiche sulla Rai, il rischio concentrazione e il tema sempre più attuale del precariato.
La libertà di stampa in Italia, scrive l’Ong, “continua a venire minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare, nel sud del Paese, come anche da diversi gruppuscoli estremisti che esercitano violenze. I giornalisti – prosegue Rsf – si lamentano anche di un tentativo della classe politica di ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria attraverso una ‘legge bavaglio’ che si aggiunge alle procedure bavaglio (Slapp) frequenti nel Paese”.
La libertà di stampa in Italia, scrive l’Ong, “continua a venire minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare, nel sud del Paese, come anche da diversi gruppuscoli estremisti che esercitano violenze. I giornalisti – prosegue Rsf – si lamentano anche di un tentativo della classe politica di ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria attraverso una ‘legge bavaglio’ che si aggiunge alle procedure bavaglio (Slapp) frequenti nel Paese”.
“I professionisti dei media – rileva ancora Rsf – cedono talvolta all’autocensura, sia a causa della linea editoriale della loro testata o dal timore di eventuali azioni legali o denunce per diffamazione.
Questo – avverte l’Ong – rischia di venire aggravato per i giornalisti del settore polizia e giustizia dalla ‘legge bavaglio’, approvata dalla maggioranza della premier, Giorgia Meloni, che vieta la pubblicazione di un’ordinanza di detenzione provvisoria fino all’udienza preliminare”.
“I sindacati denunciano anche l’ingerenza politica crescente nei media pubblici”, puntualizza Rsf, secondo cui “una certa paralisi legislativa ostacola l’adozione di diversi progetti di legge proposti per tutelare, se non migliorare, il libero esercizio della professione giornalistica. Questa situazione spiega in parte i limiti riscontrati da alcuni giornalisti nel loro lavoro”.
Inoltre, sottolinea Rsf, “l’annunciata acquisizione di una delle principali agenzia di stampa italiane, Agenzia Giornalistica Italiana, dal deputato di maggioranza e proprietario di diversi grandi giornali italiani, Antonio Angelucci, evidenzia la minaccia di concentrazione dei media e di conflitto d’interesse”.
“I sindacati denunciano anche l’ingerenza politica crescente nei media pubblici”, puntualizza Rsf, secondo cui “una certa paralisi legislativa ostacola l’adozione di diversi progetti di legge proposti per tutelare, se non migliorare, il libero esercizio della professione giornalistica. Questa situazione spiega in parte i limiti riscontrati da alcuni giornalisti nel loro lavoro”.
Inoltre, sottolinea Rsf, “l’annunciata acquisizione di una delle principali agenzia di stampa italiane, Agenzia Giornalistica Italiana, dal deputato di maggioranza e proprietario di diversi grandi giornali italiani, Antonio Angelucci, evidenzia la minaccia di concentrazione dei media e di conflitto d’interesse”.
“Una crescente precarietà mina pericolosamente il giornalismo, il suo dinamismo e la propria autonomia”, avverte ancora Rsf, evocando, tra l’altro, la ”polarizzazione della società” e “attacchi verbali e fisici” nonché le “minacce sistematiche” ai reporter che indagano sul “crimine organizzato, le questioni di corruzione e le mafie”.
Una ventina di giornalisti vivono oggi sotto scorta permanente in seguito ad “intimidazioni o aggressioni”, conclude l’Ong.
Fonte: primaonline.it
Articolo di Daniela Colombo