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Lo Stato italiano è proprietario del solo esemplare a Cosenza della scultura iconica "Forme uniche della continuità nello spazio" di Umberto Boccioni sui 20 centesimi.

 

È una delle poche fusioni autorizzate da Marinetti, una delle poche legali perché realizzate allo scadere dei diritti d'autore di spettanza dei discendenti Pietro e Hélène Berdnikoff, rispettivamente figlio e nipote dell'artista.

(nella foto di apertura il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, con la scultura di Boccioni)

L'unico esemplare statale si trova in Calabria, terra natale di Boccioni per volontà della sorella dell'artista Amelia come documentato nella lettera di Filippo Tommaso Marinetti del 23 nov. 1933 al Podestà di Milano (Segr. Gen. prot. 3715 del 2/12/33 e conservata presso l'Archivio Civico).

Questo progetto è stato realizzato dalle eredi Marinetti, Maurizio Calvesi, Giuseppe Sprovieri e Carlo Bilotti, questi ultimi due erano parenti attraverso Laura Sprovieri Miceli e condividevano la passione per il Futurismo e lo sviluppo culturale della loro terra.  

Giuseppe Sprovieri (seduto) a Montalto Uffugo (Cs)

 

Si sono fatti promotori del progetto e finalmente il 28 novembre 2012 il bronzo con inciso sulla base: 2 /6 del 2011 fonderia Realizzazioni è stata consegnato alla Soprintendenza di Cosenza come da Verbale di consegna del 2012, Prot. 4879 del 28.11.2012 "scultura n° 2/6 Realizzazioni S.r.l." Nel 2017 veniva stipulato l'atto pubblico di donazione dell'opera consegnata nel 2012 con l'identificazione nella scheda scientifica del catalogo generale allegata quale parte integrante dell'atto pubblico: "La scultura marcata n. 2/6 Realizzazioni Srl è donata da Roberto Bilotti alla Galleria Nazionale di Cosenza".

L'opera è stata voluta e autorizzata dai Marinetti con ratifica notarile; schedata da Maurizio Calvesi; pubblicata nel Catalogo Generale di Umberto Boccioni a cura di Maurizio Calvesi e Alberto Dambruoso a pag 452- Allemandi Editrice 2016; pubblicata da Rosalind Mc Kever del Metropolitan di New York:"Posthumous Art, Law and the Art Market, The Afterlife of Art"  New York 2018 pag. 136; pubblicata dal 2013 dal Ministero Cultura, Catalogo Generale dei Beni Culturali cod. di catalogo Nazionale n° 1800178047, numero d'inventario 2072: "l'esemplare n° 2/6 Realizzazioni Roma sottoposta a vincolo ministeriale con DR Calabria 77/2013".

L'esemplare n° 6/6 Realizzazioni, di stessa tiratura, è stato di recente all'ONU come simbolo italiano dopo essere stato esposto dalla Farnesina nei musei di Osaka, Singapore, Tokyo, New Delhi, Seul,  Città del Messico.

Nel 2023 la senatrice del Movimento 5 Stelle Margherita Corrado,  in occasione della esposizione Bottega Veneta per la sfilata Winter 2023, Milano strumentalizza una imprecisione nella relazione tecnica di vincolo di 10 anni prima (2013) che erroneamente dichiarava che si stava "prendendo in esame" un altro esemplare HC edizione La Medusa fonderia Francesco Bruni.

Da qui un'indagine dei carabinieri alla ricerca della HC la Medusa totalmente estranea alla donazione infatti,  non risulta né nel verbale di consegna; né nell'atto di donazione; che è di proprietà di terzi cittadini americani negli USA e mai tornata in Italia almeno dal 2005 (come documentato), che il funzionario della soprintendenza non poteva aver visto e quindi non poteva vincolare, un errore banale facilmente verificabile e superabile dalla preposta Direzione Musei.

Tra l'altro, l'edizione commerciale La Medusa è stata condannata come "frode" dal Professor Albert Elsen (diffida a Claudio Bruni il 21 nov. 1974 da parte di B.C. Holland, Inc.) perché contro le statuizioni contrattuali Marinetti-Marinotti,  realizzata entro il 1986 senza autorizzazione dei discendenti dell'artista avverso la Legge 22 aprile 1941, n. 633 e per il suo profilo commerciale di 10 esemplari oltre il numero convenzionale.

Le altre tirature sono discutibili per altri motivi: le prime due del 1931, oggi Moma e Museo comunale del Novecento Milano, monche di base, levigate e in lega fragile, da rifare più aderenti alla realtà come dichiarato nel giugno 1952 da Benedetta in una lettera a Francisco Matarazzo.

Inoltre, essendo in lega fragile quaternaria in rame, zinco, stagno e piombo, nel 2023 l'esemplare di Milano cadendo accidentalmente è andato distrutto e ricostruito sulla base di foto per il 35,94% allontanandolo ancora di più dall'originale (Tribunale Milano (IT) 20.03.2017 - 3190 - Art. 5 n. 1 Regolamento «Bruxelles I»). Gli esemplari Winston (oggi Metropolitan) e Marinotti realizzati dalle eredi per far cassa erano fuori dalle previsioni espresse nel 1933. I bronzi del Museo di San Paolo e Tate Modern  illegittimi perché realizzati contro gli accordi contrattuali tra Benedetta e Matarazzo nel 1952.  il bronzo del Guggenheim Venezia del 2005 non si conosce la genesi.

Una vicenda che ha tutte le connotazioni di barzelletta degenerata in paradosso kafkiano.

Una storiella umoristica che esautora un Museo dello Stato, delegittima chi con senso civico ha sostenuto la cultura di una Regione meno fortunata e invalida la volontà di Amelia Boccioni e Filippo Tommaso Marinetti che hanno inteso onorare Umberto Boccioni e la Calabria portando la sua opera plastica più emblematica nella sua terra natale. 

La Redazione

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