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Vi era un tempo nel quale il Modello Sanitario italiano era un vero esempio per il mondo intero. Vi era un tempo in cui gli italiani avevano fiducia nella sanità pubblica e si affidavano alle cure.

Ma è un tempo oramai passato. del resto l'interessante libro scritto dalle giornalista d'inchiesta Milena Gabannelli e Simona Ravizza, "Soccorso Rosso - Come la sanità pubblica sia diventata un affare privato" ben delinea con oculatezza e con esempi concreti come oramai la sanità pubblica sia in declino e come "la sanità pubblica sia diventata un affare privato", utilizzando, ripetendo e sottolineando il sottotitolo del libro di Milena Gabbanelli e Simona Ravizza.

"Codice Rosso - Come la sanità pubblica è diventata un affare privato" libro di Milena Gabbanelli e Simona Ravizza edito da Fuoriscena - 2024

E' oramai opinione diffusa che "per chi non ha soldi sia sempre più difficile curarsi".  Liste d'attesa interminanbili, Pronti Soccorsi che si trasformano spesso in lazzaretti e dove si attende ore e ore per avere un primo intervento e tanto, tanto altro.

E sono in molti anche a criticare la diffusione dell'attività "Intra Moenia" o "libera professione intramuraria" che è un tipo di prestazione sanitaria che i medici e altri operatori sanitari svolgono all'interno di una struttura pubblica (come un ospedale), ma al di fuori del normale orario di lavoro e dell'impegno istituzionale.

Questa attività è a pagamento per il paziente e viene erogata con la possibilità di scelta del medico o dell'equipe sanitaria di fiducia.

Anche la diffusione di tale attività è, secondo il parere di chi vorrebbe una sanità pubblica più efficiente, un modello che annichilisce la sanità pubblica e favorisce l'attività privata, anche se concepita con un sistema misto "pubblico - privato".

E con tale obiettivo nei giorni scorsi sia il Governatore del Lazio, Francesco Rocca, che il Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria, Fabrizio D'Alba, hanno annunciato con un certo clamore mediatico e con grande soddisfazione il primo progetto pubblico - privato che prevede la realizzazione di una struttura dedicata alle visite intramoenia all'interno del Policlinico Umberto I°, il più grande Ospedale d'Europa e struttura storica della sanità in Italia.

E per realizzare tale struttura si provvederà a trasformare un edificio diroccato e abbandonato da anni all'interno dello stesso Umberto I° in un ambulatorio attrezzato.

Una palazzina abbandonata e in disuso senza finestre e senza solai.  ( nella foto in apertura la palazzina a tre piani fatiscente e abbandonata all'interno dell'Umberto I° ).

Sarà la "Palazzina per la libera professione". Un Bando da 78,8 milioni di euro e per l'inizio dell'anno che verrà verrà conclusa la gara europea. 

Chi vincerà la gara avrà un anno per ristrutturare e allestire la palazzina. Entro la primavera del 2027 dovrebbe essere ultimata e pronta per essere utilizzata.

 

"Sarà utilizzata - ha dichiarato in una intervista rilasciata a LaPresse il Direttore Generale, Fabrizio D'Alba - per la libera professione dei nostri medici e il personale d'assistenza, attraverso un accordo tra noi e un soggetto privato, che ci aiuterà realizzando l'opera, mettendo le tecnologie e supportandoci nella gestione.

In questo modo il Policlinico avrà nel suo perimetro una struttura sua per libera professione che permetterà ai suoi dirigenti di fare questa attività prevista della norma a casa loro, nel loro ospedale". 

Policlinico Umberto I° - Roma

In pratica si tratta di un accordo di partenariato pubblico - privato.

Nel contratto che prevede una concessione per dieci anni si prevede che le marginalità, quindi le entrate derivanti da tale attività, verranno divise fra il concessionario e il pubblico.

Quindi ancora un passo ulteriore che lede il diritto costituzionale alla tutela della salute nell’indifferenza di tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni considerato che la cura della propria salute si sta trasformando, giorno dopo giorno, in un privilegio per pochi.

Non per nulla sono circa 6.000.000 gli italiani che hanno rinunciato a curarsi non avendone le possibilità economiche.

Un fenomeno quello che pian piano tende alla totale trasformazione della sanità pubblica in un affare privato che per Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, equivale a poter affermare che "universalità, uguaglianza ed equità, i princìpi fondamentali del Servizio Sanitario Nazionale, siano stati traditi e che ora troneggino parole chiave come: infinite liste di attesa, aumento della spesa privata, diseguaglianze di accesso alle prestazioni sanitarie, inaccessibilità alle innovazioni, migrazione sanitaria, aumento della spesa privata, rinuncia alle cure, riduzione dell’aspettativa di vita".

La sanità pubblica vive di bilanci sempre più in rosso e paga il prezzo salatissimo di essere troppo dipendente e condizionata dal potere politico di turno ed in tale contesto il privato accreditato continua a crescere come cresce anche il privato non accreditato,

La scelta di iniziative di partenariato pubblico - privato possono ancor più incentivare quel processo di privatizzazione della sanità che appare sempre più inevitabile.

Ci sarà da chiedersi negli anni che verranno come potranno curarsi coloro i quali non avranno le disponibilità economiche.

Del resto in realtà come gli Stati Uniti d'America la sanità pubblica non esiste e può curarsi solo chi può permettersi di pagare le assicurazioni sanitarie.

Un modello che un giorno giungerà anche in Italia seppellendo per sempre quel modello sanitario di tanti anni fa che il mondo ci invidiava.

Redazione

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