Domenica scorsa il mondo si è svegliato con l’ennesimo colpo di teatro targato Donald Trump: un attacco chirurgico, improvviso e per molti inaspettato.
( nella foto in apertura il Presidente USA, Donald Trump con la Premier Giorgia Meloni )
Una mossa che ha fatto tremare molti palazzi istituzionali europei.
Tra questi, uno sembrava particolarmente spaesato: Palazzo Chigi.
Già, perché secondo alcune indiscrezioni, i servizi segreti italiani sarebbero rimasti all’oscuro dei preparativi dell’azione militare americana.
Non solo: pare che il governo italiano abbia appreso dell’attacco con qualche ora di ritardo, e non attraverso canali riservati, ma grazie ai flash delle agenzie stampa.
A questo punto vale la pena chiedersi: quanto è stretto, davvero, il legame tra intelligence italiana e americana?
Gli apparati americani si sa tendono a essere molto individuali, distribuendo informazioni solo quando strettamente necessario.
Ma che un alleato storico come l’Italia venga tenuto ai margini in un’operazione potenzialmente pericolosa lascia perplessi.
Ebbene si, il governo italiano sarebbe rimasto spiazzato dall’attacco di domenica.
E qui non si parla solo di mancanza di preavviso. Si parla di un’intera struttura di sicurezza nazionale che sembra essersi trovata senza un briciolo di informazione anticipata.
Una situazione che ha generato agitazione tra i vertici politici, e che ha riportato alla luce una questione seria.
Donald Trump con Giorgia Meloni
Se Trump decide di colpire, e noi lo scopriamo solo dopo che è già successo, forse qualcosa non funziona a dovere no?
L’episodio di domenica scorsa potrebbe essere l’occasione giusta per una riflessione seria.
L’Italia in questo momento, ha bisogno di rafforzare le sue connessioni internazionali, non solo attraverso strette di mano, sorrisi, e affermazioni benevole.
Non possiamo permetterci di essere gli ultimi a sapere.
Forse è il momento di tornare come una volta a essere protagonisti, anche sotto traccia.
Perché una cosa è certa: nel gioco dell’intelligence, chi non sa…. arriva ultimo.
Carlo Maria Mazzei
