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L'ultimo rapporto sulla povertà presentato dalla Caritas di Roma dipinge una Città eterna sempre più diseguale e sempre più povera.

 
Il "Rapporto povertà 2023, un punto di vista: le città parallele" presentato nella sede del Vicariato della Capitale evidenzia che il 42,2% dei residenti a Roma ha presentato un reddito inferiore ai 15.000 euro l'anno, mentre il 37,1% rientra nell fascia dai 15.000 ai 35.000 euro l'anno.
 
Deve essere anche precisato che se questi dati fossero reali per come è aumentato il costo della vita negli ultimi tempi la massa di individui non più in grado di sopravvivere sarebbe una moltitudine. E' ovvio che tali dati non possono inserire quel vastissimo fenomeno che si identifica nell'evasione fiscale e nel lavoro nero i cui dati sfuggono ad ogni statistica ed analisi.
 
Ma seppur considerando tale non trascurabile fattore quello che non può non far riflettere è l'aumento vertiginoso di chi si rivolge ai Centri Caritas, alle parrocchie e ai servizi diocesani per avere un aiuto o un pasto caldo nelle mense.
 
Quello che si nota in modo incontrovertibile è l'aumento delle disuguaglianze.
 
Infatti il reddito medio dei romani nel 2022 è aumentato di 1.100 euro nel 2022 rispetto al 2012. Il reddito medio del 2022 è di 28.600 euro ma tale reddito sale perché aumenta il reddito già alto di una piccola quota di romani.
 
In poche parole i ricchi sono sempre più ricchi, il ceto medio sempre più in affanno e i poveri sempre più poveri oltre al fatto che il numero dei poveri assoluti è sempre più in crescita.
 
Una disuguaglianza che si esprime per la caritas in tre dimensioni, la disuguaglianza nella distribuzione delle ricchezza, una forte disuguaglianza tra i territori e quindi fra i quartieri della Roma - bene e i quartieri di emarginazione e la disuguaglianza fra le nazionalità, quella derivante dalla mancata integrazione di tanti immigrati che da anni vivono a Roma sempre in difficoltà economiche.
 
Oltre 25.000 coloro i quali nel 2022 hanno chiesto aiuto.
 
 “La richiesta di sostegno alimentare continua a rappresentare il principale tipo di intervento e riguarda il 69,7% delle persone incontrate. Nelle tre mense sociali - si legge nel rapporto - sono state accolte 9.148 persone, 4.092 delle quali per la prima volta.
 
Due i dati sorprendenti: la presenza di 698 minori (il 7,6% del totale), si tratta soprattutto di minori stranieri non accompagnati” e “il crescente numero di stranieri, l’81% del totale: soprattutto i richiedenti asilo e i protetti internazionali.

“La questione lavorativa e il mercato del lavoro continua ad essere, insieme all’abitare, la questione delle questioni.
 
La Capitale presenta un tasso di occupazione del 70,6%, un dato di oltre 5 punti superiore alla media nazionale e a quella regionale.
 
Si tratta però di un mercato con una forte prevalenza di lavori instabili, il 18,8% di lavoratori atipici (17% del totale nazionale); in cui i lavoratori dipendenti con ‘bassa paga’ è del 13,5% (10,4% in Italia)” 

Redazione
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