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In una società dove il merito è inesistente, dove pochi segretari di partito decidono la composizione della stragrande maggioranza dei 600 parlamentari ai quali è delegato, nella teoria, l'esercizio della democrazia in nome della delega degli elettori e dove il partito più grande che continua a crescere e quello del non voto, vi è da chiedere chi oggi, difende gli ultimi, chi oggi è impegnato per la tutela dei diritti dei più deboli.

Soprattutto in una realtà consumistica dove il denaro conta sempre più e dove il ceto medio, figlio del benessere del dopoguerra, è in fase di scomparsa.

Un tempo la tutela dei ceti più deboli era prerogativa della sinistra. Era uno slogan molto apprezzato "Meriti e Bisogni" di quel partito socialista della vecchia e rimpianta Prima Repubblica, che, seppur inquinato da tangenti e voto clientelare, non era, in tal senso nulla di più e nulla di meno di coloro i quali, un tempo gettavano le monetine a Bettino Craxi, ed oggi al potere ne superano di gran lunga arroganza e demeriti.

Roma, il lancio delle monetine a Craxi dinanzi all'Hotel Raphael il 30 aprile 1993

Per lo meno il ceto politico del vecchio Psi, da Giacomo Mancini a Claudio Signorile, da Rino Formica a Claudio Martelli, solo per citarne alcuni, erano l'everest in confronto ai nai e al pulviscolo di ignoranza e inefficienza che affolla le Aule di Montecitorio e Palazzo Madama.

Molti dei parlamentari di oggi nella Prima Repubblica non sarebbero stati in grado neanche di essere segretari di sezione dei più piccoli comuni del Paese.

Il progetto suicida dei post - comunisti con l'ala della sinistra Dc, spalleggiati da quelle forze straniere che hanno gestito il Paese nella Prima Repubblica in nome dell'anticomunismo e nel quadro della guerra fredda soprattutto per vendicarsi di Bettino Craxi che non è mai stato prono e servo della potenza degli USA che dal dopoguerra hanno controllato e diretto la politica italiana, non ha concretizzato l'obiettivo prefissato di condurre la gioiosa "macchina da guerra" di Achille Occhetto al potere.

Achille Occhetto, protagonista della svolta della Bolognina, quando il 12 novembre 1989 annucio' il primo passo che nel 1991 porterà alla nascita del Pds

La discesa in campo di Berlusconi ha sconfitto tale disegno e si è avviato il trentennio berlusconiano che, comunque, non ha realizzato quella nascita di una grande partito liberale e democratico del quale il Paese aveva ed ha ancora estrema necessità

Oggi si assiste alla Terza Repubblica con il passaggio dal centrodestra alla destra di Giorgia Meloni e Matteo Salvini con un partito, Forza Italia, che paga lo scotto dell'egocentrismo del fondatore, Silvio Berlusconi, che ha sempre epurato i migliori per non nominare mai alcun delfino o successore, sbranando sempre quaelli su cui all'inzio dava fiducia ma che poi, sistematicamente, eliminava dalla scena.

La mancanza di una vera sinistra, il fallimento oramai trentennale di decine e decine di tentativi di far decollare un "centro" degno di avere un ruolo politico non marginale, pone oggi una grande incognita sul futuro.

Saprà la destra di Giorgia Meloni, oggi astro nascente, e di Matteo Salvini, oramai al suo crepuscolo politico dopo aver dilapidato un favoloso 34% ottenuto nelle Europee del 2019 e dopo aver dimostrato di mantenere il partito al guinzaglio e di impedire sistematicamente ogni voce anche di flebile dissenso rispetto ad una più che decennale segreteria che ha fatto sparire nella Lega ogni entusiasmo riducendolo ad un partito di sol gestione del potere, dare risposte concrete al Paese?

Riuscirà il Pd a scrollarsi di tanti burocrati oramai invisi a tutto che impediscono un vero e necessario rinnovamento a ritrovare le giuste motivazioni per essere il vero faro degli ultimi per come teoricamente dovrebbe essere ogni sinistra nel mondo?

Quesiti molto difficili ai quali poter rispondere o azzardare delle possibili previsioni.

Certamente per il Paese il momento vissuto non è dei migliori.

Troppe le incertezze, troppi i dubbi.

Troppo scadente la qualità del ceto politico per poter sperare in grandi cambiamenti.

Cosa sarà la Terza Repubblica dopo una Prima Repubblica dalla democrazia bloccata e controllata ed una Seconda Repubblica di solo transizione?

Si riuscirà a costruire una vera sinistra ed una vera destra?

Saprà risorgere una vasta area di centro moderata e liberale?

Chi vivrà vedrà.

Gianfranco Bonofiglio

 

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