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Nei corridoi della Lega si mormora oramai da tempo la stanchezza del dominio assoluto della Lega parte di Matteo Salvini e dei suoi fedelissimi. Molti speravano nel primo Congresso nazionale della Lega - Salvini Premier con la speranza di un congresso aperto ai militanti di lungo corso e alla base.

Speranza vana considerato che lo stesso Salvini è ben cosciente che un Congresso aperto alla base del partito porrebbe la sua segreteria oramai più che decennale ( dal 2013) potrebbe essere messa in discussione.

Allora ecco la mossa vincente, quella di organizzare il Congresso nazionale prima delle Europee per le quali sembrano circolare sondaggi riservati nella sede nazionale di Via Bellerio  Milano, non proprio favorevolissimi soprattutto nelle regioni del Nord nonstante l'approvazione al Senato dell'Autonomia Differenziata, e gestirlo attraverso il voto destinato ai parlamentari, ai consiglieri regionali, ai segretari regionali e provinciali, cioè a tutto quella classe dirigente di partito che deve tutto allo stesso Salvini e che con una sola ombra di dissenso potrebbe sparire in un solo attimo.

Il tutto perchè con la legge elettorale in vigore i parlamentari sono decisi dai segretari nazionali che sono sempre più i soli decisori di quello che opinatamente si chiamano partiti ma che non sono altro che delle dependance del Segretario nazionale e del cerchio magico che gli vive intorno.

Il reale motivo della morte della politica nel Paese.

E questo è valso per Silvio Berlusconi nella gestione della sua creatura, Forza Italia, vale per Giorgia Meloni, segretaria e fondatrice nel 2012 di Fratelli d'Italia e vale anche, ovviamente, per Matteo Salvini, capo indiscusso e totalitario della Lega dal 2013.

Un congresso ben pilotato prima delle Europee consentirebbe a Matteo Salvini di non avere problemi nel caso di una sconfitta elettorale alle Europee e, soprattutto, nel caso di una mancata candidatura di Luca Zaia a Governatore del Veneto, qualora non venisse approvata la proposta di legge voluta caldamente da Matteo Salvini di consentire una terza candidatura dello stesso Luca Zaia.

Proposta di legge fortemente osteggiata da Giorgia Meloni e dal suo partito.

Matteo Salvini con Giorgia Meloni

E Luca Zaia è l'unico che potrebbe, da candidato a segretario nazionale, detronizzare Matteo Salvini.

Per neutralizzare tale pericolo ecco l'idea del congresso nazionale ad Aprile.

Il tutto nonostante vi siano i congressi regionali da fare in Lombardia, Calabria e Sicilia. per come ha scritto l'Agenzia Adn Kronos, di solito ben informata sulle manovre di Palazzo.

"Fonti vicine al  leader smentiscono le voci sul congresso - si legge in una nota dell'Adn Kronos - e che la convocazione sia  all'ordine del giorno, sottolineando come "Salvini sia pienamente concentrato sull'attività di governo".
 

"Ma i rumors in Parlamento rimbalzano, con l'ipotesi che il congresso possa essere convocato anche in via straordinaria.

In primavera quindi la Lega potrebbe convergere nella capitale per votare il segretario,  con Salvini in pole per la conferma  e i componenti del Consiglio Federale.

Al voto, secondo quanto previsto dallo Statuto, saranno chiamati - conclude la nota dell'Adn Kronos - i parlamentari eletti, i consiglieri regionali, sindaci, segretari regionali e provinciali". 

Assicurando in tal modo la certa riconferma del segretario nazionale.

Un modello congressuale che con la democrazia e con la base non ha nulla a che fare.

Ma questa è la Seconda Repubblica, questa è la politica dell'oggi, dove solo alcuni detentori del potere e le loro corti di cortigiani hanno peso politico.

Questa è la sconfitta di chi ancora crede che il popolo, che la semplice militanza in un partito abbia ancora un valore.

E con tale consapevolezza il partito dei non votanti non potrà che aumentare sempre più.

Redazione

 

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