Agli imputati Testini, Tagliente e Simeone sono stati contestati, i reati di concussione, per aver costretto Marrazzo (che in seguito allo scandalo si dimise) a consegnargli tre assegni per un importo complessivo di 20 mila euro, violazione della legge sugli stupefacenti, ricettazione, rapina ai danni di un altro trans, a cui sottrassero cellulare, Ipod e orologio.
"Piero Marrazzo ha atteso nove anni questa pronuncia che accogliamo con soddisfazione" dichiara il legale dell’ex presidente della Regione Lazio, l’avvocato Luca Petrucci. "La sentenza riconosce in pieno la colpevolezza degli imputati che, disonorando la propria divisa, si sono resi responsabili di un ignobile sopruso e di un vile ricatto criminale. Da giornalista del servizio pubblico e, soprattutto, da cittadino perbene, Piero Marrazzo tiene a ribadire la propria massima considerazione nell’Arma dei carabinieri che è, insieme a lui, la vittima principale dei crimini commessi da questo manipolo di mele marce".